Ti sei mai chiesta perché ci infiliamo così tanto nel ginepraio dei nostri problemi da dimenticarci persino di respirare?
Perché ci riesce così facile concentrarci sui nostri lati negativi e ignorare la meraviglia che siamo?
La risposta è solo una: siamo stati “programmati” per farlo.
Siamo stati “educati” a non credere in noi stessi, a vedere la bellezza solo negli altri e a cercare l’approvazione all’esterno.
Che ricordi hai di quando eri bambina? Probabilmente mamma era il tuo eroe e papà l’uomo che volevi metaforicamente sposare (e viceversa per i bambini).
Ma loro si sentivano davvero così?
Ieri siamo stati alla “Città dei bambini”, un enorme parco giochi indoor. Mentre ci arrampicavamo su e giù per castelli e scivoli, Luca ha notato un bimbo che avevamo visto già altre volte. Istintivamente si è fermato, lo ha salutato con la manina e gli ha sorriso. Lui ha abbassato lo sguardo un po’ imbarazzato e si è chiuso nelle sue spalle prima di correre via dal suo eroe.
Un po’ sorpreso mi giro e… “Oh, adesso mi è tutto più chiaro”.
Avevo già visto quegli occhi. Il papà sembra una persona sorridente ma il suo sguardo trasmette insicurezza, ansia e paura di essere inadeguato. Non chiedermi come lo so… semplicemente lo sento. Come sento che non è colpa sua… probabilmente anche i suoi genitori si sentivano così e gli hanno lasciato questa pesante eredità. In una catena che si ripete da generazioni.
E così è successo anche a me e a te. Non ripetiamo soltanto il modello di uomo e di donna che abbiamo visto a casa ma lo viviamo sulla nostra pelle giorno per giorno, finché non diventa nostro: “mi raccomando comportati bene, questo si fa, quello no, questo è educato, quello da maleducati, una bimba non si comporta così, se lo fai papà si arrabbia” e via dicendo.
E se in questo momento stai pensando “non ho mai voluto essere come mamma”, beh, ho una brutta notizia per te: lo diventi lo stesso anche se lo rifiuti, perché attiri nella tua sperimentazione tutto ciò su cui si concentra la tua attenzione.
Ma non andiamo fuori tema. Il punto è che siamo cresciuti in un circolo vizioso che ci costringe a dimenticarci la meraviglia che siamo:
- A mamma e papà nessuno ha insegnato che l’amore è incondizionato.
- Se mi dimostri il tuo amore solo se mi comporto come ti aspetti (e se me lo neghi quando invece non lo faccio), io imparo a mettere da parte me stesso e ciò che sento e finisco per fare solo ciò che vuoi.
Al contrario, se mi ignori e non mi dai tutta l’attenzione (e quindi l’amore) che merito, mi ribello e faccio di proposito ciò che mi proibisci per ricordarti che esisto anch’io. - Ma se c’è sempre qualcuno che mi suggerisce cosa fare, qualcuno che puntualmente sa più di me, io credo di non essere abbastanza, mi sento incompleto e insicuro, cerco sempre conferme all’esterno e mi viene naturale concentrarmi su ciò che non va in me per migliorarlo.
Ma…
La verità è che non c’è niente che non va in te.
Non c’è niente che devi cambiare o migliorare.
Se ti fermi un attimo e ti guardi dentro con sincerità, scopri che sei piena di saggezza, di creatività, di sensibilità, di empatia e di amore da condividere col resto del mondo.
Semplicemente, come la maggior parte di noi, hai imparato a concentrarti su chi vuoi essere, su come vuoi che gli altri ti vedano, dimenticando la creatura straordinaria che sei già, esattamente così come sei.
Lo so, non è facile ricordarsene ogni giorno quando siamo stati abituati per anni al circolo vizioso. È per questo che abbiamo bisogno di qualcuno che ci faccia da specchio, che ci aiuti a eliminare ciò che ci limita, a cambiare prospettiva e a tornare liberi di sperimentare senza paura.
Che è un po’ quello che facciamo io e Daga, in ognuno dei nostri corsi.
E quando il bruco pensò fosse arrivata la fine del mondo, fu proprio allora che tirò fuori le ali e diventò farfalla!
E tu cosa aspetti?
Con Amore,
Diego
P.S. Per non perderti i contenuti speciali e per interagire con noi indiretta, iscriviti al nostro gruppo Facebook.